Arriva anche in Italia quella rivoluzione editoriale che ha fatto parlare molto di sé negli Stati Uniti, dando vita a una nuova generazione di bestseller e di scrittori indipendenti.
Si chiama self publishing ed è la nuova frontiera dell’editoria online che, grazie a una serie di servizi, permette agli autori di autopubblicare la propria opera gratuitamente, mantenendo tutti i diritti sulla stessa.
Si chiama self publishing ed è la nuova frontiera dell’editoria online che, grazie a una serie di servizi, permette agli autori di autopubblicare la propria opera gratuitamente, mantenendo tutti i diritti sulla stessa.
Ma come funziona il self-publishing? E come si differenzia dall’editoria tradizionale?
Immagina il self-publishing come un sito dove ti registri gratuitamente e ti viene data una vetrina personale dove vendere i tuoi libri. E a te non rimane che creare. Una volta scritta la tua opera e fatta la copertina, carichi i file sul sito (o li spedisci via email) e vieni guidato nel percorso di pubblicazione.
“Ma perché dovrei affidarmi al self publishing?” Ti starai chiedendo.
Perché è il futuro, a mio avviso. La crisi che sta vivendo il mondo dell’editoria tradizionale è fin troppo evidente. C’è chi punta solo sui cavalli vincenti e chi si ritrova a selezionare migliaia di manoscritti, leggendone (per questioni di tempo) solo poche righe, senza riuscire a comprenderne il vero valore. Poi c’è anche chi, purtroppo, chiede addirittura soldi in cambio della pubblicazione: la cosiddetta editoria a pagamento. Stanne lontano!
A questo aggiungici i problemi legati ai diritti e ai contratti editoriali, che lasciano, nella maggior parte dei casi, solo un amaro in bocca e pochi spiccioli agli autori.
Con il self publishing tutto è diverso. I diritti restano a te, nessun contratto da sottoscrivere e, questo è importante, sei tu che decidi il prezzo al pubblico della tua opera e quanto percepire per i tuoi diritti, nonché cosa scrivere, quando pubblicare e cosa mettere in copertina.
Hai capito bene: controllo completo del processo di pubblicazione, senza vincoli editoriali o diktat. Scrivi ciò che vuoi, come e quando vuoi. E poi hai il controllo diretto delle vendite e un contatto umano con i tuoi lettori che, finalmente, possono interagire con i loro scrittori preferiti attraverso i canali che si ritengono più opportuni.
Poi, una volta pubblicato, c’è il lavoro di autopromozione da portare avanti.
A primo acchito sembrerebbe una fatica in più a carico degli scrittori, ma non è così. Una volta imparate le basi, diventa anche questo un processo creativo. Così sei tu a scegliere i canali di comunicazione, cosa comunicare e a chi. Comunicati stampa? Presentazioni? Social network? Blog? Pubblicità su Google? Basta creare una propria strategia di marketing e sbizzarrirsi con le idee promozionali.
Nella maggior parte dei casi non richiede alcun investimento tutto ciò. E non ci sono limiti, esclusi quelli che poni alla tua fantasia.
Che ne dici? Conviene o no affidarsi all’autopubblicazione?
A cura di Roberto Tartaglia
Roberto Tartaglia dopo una serie di delusioni ricevute dall’editoria tradizionale, ha deciso di pubblicare il suo primo thriller, “Casus belli”, in self-publishing. Risultato? 5mila copie in circa 6 mesi. Ora, per celebrare questa piccola vittoria, ha deciso di offrirlo gratuitamente a chiunque si iscriva alla newsletter su questa pagina: www.robertotartaglia.com.
Roberto Tartaglia ha creato anche il primo progetto online che intende aiutare tutti gli autori emergenti che vogliono affidarsi al self publishing Vivere di Scrittura: www.viverediscrittura.it.
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